sabato 7 gennaio 2017

C’era una volta il Corpo Forestale dello Stato

Possibile che gli 8.500 Forestali italiani (che sono meno dei Vigili urbani di Roma) e i suoi 28 uffici territoriali per le biodiversità pesino sul bilancio dello Stato così tanto da rendere necessario il loro “riassorbimento”? A quanto pare sì! Per questo con il ddl “Repubblica Semplice” approvato dal Consiglio dei Ministri il dieci luglio 2014 il Corpo Forestale dello Stato è confluito nell’Arma dei Carabinieri dal 1 gennaio 2017. Almeno sulla carta, per esplicita volontà del decreto, il passaggio è avvenuto “garantendo gli attuali livelli di presidio dell’ambiente e del territorio e la salvaguardia delle professionalità esistenti”. Una garanzia importante per il lavoro di questo Corpo di polizia civile che dal 1822 si era specializzato nella tutela del patrimonio naturale e paesaggistico, era impegnato nella prevenzione e nella repressione dei reati in materia ambientale e agroalimentare ed era preposto alla sorveglianza dei Parchi, delle Aree Naturali Protette e delle 130 Riserve Naturali dello Stato, dove svolgeva da anni progetti di ricerca e conservazione, nonché attività di educazione e didattica ambientale.

L’iniziativa, già nel 2014, non c’era sembrata un buon esempio di semplificazione. Ma anche se l'accorpamento all’Arma porterà nelle casse dello Stato un risparmio risibile, dato che il 90 per cento del bilancio complessivo del Corpo forestale era utilizzato per i costi del personale, che a quanto pare e per fortuna sarà mantenuto, siamo fiduciosi e speriamo che la predita di autonomia dell’unica forza specializzata e dedicata esclusivamente al settore ambientale ed agroalimentare in Italia non comprometta il suo enorme lavoro. Non è facile, infatti, capire l’importanza dei forestali italiani fino a quando non si fa una carrellata su alcune delle loro principali operazioni sparse su tutto il territorio nazionale nell'ultimo mese di attività. Il 2 dicembre il Corpo forestale ha sequestrato due tonnellate di coralli ed oltre 25mila esemplari di pesci tropicali grazie al Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato in collaborazione con la Guardia di Finanza Gruppo di Fiumicino. “L’indagine era partita dal controllo di alcune spedizioni in arrivo dall’Indonesia e da Singapore apparentemente regolari, in quanto corredate dalla documentazione doganale e dalle certificazioni necessarie per l’importazione nel territorio di San Marino. “I pesci e i coralli, però, - ha spiegato la forestale -, grazie alla compiacenza di un grossista di Monterotondo (RM), non sarebbero mai arrivati all’azienda di San Marino destinataria della spedizione, ma dirottati su tutto il territorio nazionale, in violazione delle procedure previste dalla normativa di settore italiana ed internazionale, tra cui la Convenzione di Washington che tutela le specie di flora e di fauna in via di estinzione, alle quali appartengono la maggior parte di quelle sequestrate”.

Il commercio illegale di fauna protetta è un’attività estremamente redditizia ed altrettanto deleteria per gli equilibri ecologici non solo locali. Non stupisce quindi che pochi giorni dopo il sequestro di Fiumicino la Forestale di Vicenza abbia effettuato nella propria provincia  un imponente sequestro di avifauna protetta destinata al commercio. I controlli già effettuati in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e finalizzati grazie al Reparto Cinofilo del Corpo forestale dello Stato a portato al sequestro di oltre 3.700 esemplari di uccelli (di 30 specie diverse), tra cui pispole, cardellini, verzellini, fringuelli e codirossi, specie particolarmente protette e non cacciabili come previsto dalla normativa in materia di caccia. “La merce proveniente da tutta Italia e da Paesi extra UE, era destinata al consumo nei ristoranti nazionali. Gli uccelli vengono catturati con ogni strumento possibile: dalla caccia con il fucile, comunque  vietata per molti degli uccelli sequestrati, a reti o trappole, consentendo in tal modo una cattura massiva ed indiscriminata” ha dichiarato in una nota il Corpo forestale. 

Ma la tutela della fauna non è certo l’unico campo nel quale gli uomini del Corpo forestale sono attivi. Sempre lo scorso mese hanno notificato ventiquattro informazioni di garanzia, con contestuale avviso della chiusura delle indagini preliminari, per smaltimento e traffico illecito di rifiuti da bonifica presso lo stabilimento Seteco di Marcellinara (CZ). “In realtà nell'azienda - per la forestale - non è stata realizzata alcuna procedura di bonifica, ma solo una rimozione di rifiuti i quali pur possedendo caratteristiche che li rendevano ammissibili solo in discarica per rifiuti pericolosi sono stati comunque smaltiti in discariche per rifiuti non pericolosi. Le indagini hanno fatto emergere irregolarità nell'affidamento dei lavori, nelle modalità di smaltimento e nella produzione di documentazione falsificata”.  Adesso gestione abusiva di rifiuti, turbata libertà di scelta del contraente, omissione atti d’ufficio, falso ideologico, abuso d’ufficio e truffa alla Regione sono i reati a vario titolo contestati agli indagati: dirigenti regionali, imprenditori, amministratori e tecnici di società.
Il 20 dicembre a Norcia i Forestali e i ragazzi delle scuole riaperte nei container, hanno inaugurato il progetto speciale “Madre Terra” nei luoghi colpiti dal terremoto. Ogni anno i progetti nazionali di educazione ambientali promossi dall’Ufficio biodiversità principale del Corpo forestale dello Stato, tendono a coinvolgere bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie di I e II livello in un percorso di scoperta dei delicati equilibri della natura, grazie alla guida di personale forestale esperto nella comunicazione dei messaggi ambientali. “Quest’anno si è voluto inaugurare un nuovo percorso dalle scuole di Norcia, lì dove la terra tremando ha creato danni alle cose e turbato la vita di tanti abitanti. Tra questi i bambini sono sicuramente i più sensibili e proprio a loro si rivolge il Corpo forestale per ristabilire un rapporto amichevole con l’ambiente sperimenteranno numerose attività di scoperta”, che hanno permesso ai ragazzi di fregiarsi a fine giornata del titolo di “custodi della terra”.

Ma non sono solo alcuni degli ultimi interventi del Corpo forestale dello Stato a farci avvertire una diffusa “nostalgia” del loro impegno se anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha voluto nominare Donato Monaco, Generale di brigata del Corpo forestale dello Stato, “Commissario unico per le discariche abusive”. Oltre due anni fa la Corte di giustizia dell’Unione europea ha condannato con una sanzione forfettaria di circa 40 milioni di euro l’Italia per le numerose discariche abusive sparse sul nostro territorio, e ancora oggi sborsiamo una sanzione semestrale di 27.800.000 euro, pari a 55,6 milioni di euro all’anno. “Ad oggi - ha comunicato il ministero dell’Ambiente - in attesa degli esiti della verifica della documentazione che l’Italia ha trasmesso il due dicembre di quest’anno su 40 discariche per le quali è avviata la sostanziale chiusura di infrazione, rimangono in procedura di infrazione 133 discariche abusive”. Il ministero dell’Ambiente ha nominato Monaco per sbrogliare la matassa. Un altro segnale del ruolo fondamentale cha anche da dentro l’Arma dei carabinieri avrà l’ex Corpo forestale dello Stato.

Alessandro Graziadei

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